Fu nelle camera di un piccolo albergo di montagna che udii per la prima volta quel suono in una notte della fine d’ agosto. Era un tic tic perfettamente simile a quello di un orologio da tasca, che ogni tanto s’ interrompeva per poi riprendere dopo qualche minuto. Era l’ Orologio di San Pasquale, di cui avevo sentito parlare più volte e al quale veniva attribuito, non soltanto dal popolo, il significato di lugubre avvertimento; ma sapevo anche che veniva spiegato dagli scienziati come prodotto da un tarlo chiamato: Anobium pertinax. Nonostante questa spiegazione degna di fede, passai una notte di brividi e di ansie, combattuto fra sentimento e ragione, fra scienza e superstizione. E pensai anche quanto sia difficile per la scienza combattere la superstizione, per le impressionanti coincidenze, e per il frequente avverarsi di queste oscure premonizioni, nella realtà. Come accadde a pochi giorni di distanza da quella notte, proprio, a me.
giovedì 23 gennaio 2014
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