Prefazione


Era la prima volta che mi trovavo all’ estero, in una città molto lontana, di là dal mare. Arrivato da pochi giorni, tutto era ancora nuovo per me, ed osservando e paragonando passavo piacevolmente il mio tempo. Un giorno, avendo bisogno di una medicina, entrai nella prima farmacia che mi capitò. C’ era gente prima di me, e mi sedetti per aspettare il mio turno; intanto mi divertivo ad ascoltare quello che gli avventori chiedevano via via. Dopo che alcuni furono serviti di medicine, udii una vecchia signora chiedere del panico per il sua canarino e poi una scatola di fiammiferi. Ciò mi sorprese. Seguì un giovanotto che domandò una lenza e certi ami speciali; allora guardai la scritta nel vetro dello sporto, pensando di avere sbagliato negozio. No, non avevo sbagliato ero proprio in una farmacia. Venuta la mia volta e servito, uscii nella strada col mio pacchetto. Sentivo dentro di me una specie di solletico, e mi tornarono a mente i versi dell’ Ariosto: “ Chi va lontan dalla sua patria, vede- Cose da quel che già credea lontane; Che, narrandole poi, non se gli crede,- E stimato bugiardo ne rimane”.
E’ proprio dal ricordo di quella esotica ed eterogenea farmacia che mi è stato suggerito il titolo di questo libro. Anche qui il lettore troverà cose che legano fra di loro come il panico e le lenze con le medicine. Io non so che effetto potrà fare questa mescolanza; dipenderà, come sempre, dai gusti: “Varie sono le opinioni, vari i cervelli, - A chi piace la torta a chi i tortelli.” Il fondo dopo tutto, rimane terapeutico, ed i rimedi spirituali, ed anche corporali, non vi mancano: sono rimedi elaborati da secolari esperienze, e tramandati a noi da alti e chiaroveggenti spiriti. Se qualche contraddizione o incongruenza sarà notata, questo non è a me imputabile, ma dipenderà dai molteplici e casuali accostamenti fra tante e si diverse opinioni; in tal caso il lettore sarà stimolato a scegliere secondo la sua perspicacia. Ho raccolto un po’ dappertutto, nel sacro e nel profano, dagli antichi e dai moderni, anche da viventi; e siccome ho lavorato a migliaia di appunti, spesso frettolosi ed incompleti, facendo spesso ricorso alla memoria, così sono stato non di rado costretto ad omettere i nomi degli autori, di che chiedo umilmente venia. C’ è anche del disordine, lo riconosco, ma dirò che in parte è voluto; perché la disposizione ordinata e metodica per materie pensavo che avrebbe finito per generare stanchezza, ed ho preferito lasciare alla pagina il sapore, dirò così, della sorpresa. In fondo questo libro può essere considerato come un album di fotografie, scattate nei momenti più diversi e negli stati d’ animo più disparati della vita mutevole: quindi nessuna disposizione prestabilita, né logica né estetica, ma solo una successione casuale. Prego dunque il lettore di non meravigliarsi di certi accostamenti bizzarri, ed anche urtanti, d’ idee e di fatti, come non si meraviglia più, per esempio, leggendo sul suo giornale, dopo la grande notizia del giorno, il fatterello minuscolo di cronaca spicciola. Coloro, specialmente, che fanno professione di scrivere o di parlare, potranno, per facilità di ricerca, fare il lavoro di ordinata selezione che qui manca, e sarà un modo come un altro, e non disutile, d’ impiegare qualche ritaglio di tempo. Vi troveranno molte cose ovvie, le cosiddette cose risapute, che tutti sanno, ma che viceversa molti ignorano e molti hanno dimenticate. Bisogna tener conto che alcune sono state spigolate da taccuini alcuni dei quali rimontano alla mia remota adolescenza, e se ora appaiono futili ed ingenue, allora furono per me nuove e interessanti.
Vi ho lasciato anche qualche sciocchezza: le sciocchezze,quando non sono pericolose, svagano e riposano la mente dall’ austerità della logica. Anche nella vita accade non di rado di trovare il ridicolo gomito a gomito col sublime. Questo libro, che è come un riflesso della infinita varietà della vita, potrà forse sembrare a qualcuno come una esibizione di cultura a buon mercato. Dico subito che nulla è più lontano dal vero; ed affermo che è stato scritto col puro intento di giovare agli altri come ha giovato a me nel comporlo. Al paziente lettore mi piace infine dare un consiglio per la sua igiene mentale, che è questo: sarà bene che il libro sia letto senza fretta, poche pagine per volta, ad intervalli, epicraticamente. Se poi chi legge riuscirà a trovarci anche un solo suggerimento utile per la vita, potrò dirmi ampiamente ricompensato della modesta opera mia.